Attività fisica

Spesso i portatori di un Dispositivo Cardiaco Impiantabile vengono sconsigliati a svolgere attività fisiche o sportive. Questa indicazione non ha un fondamento medico, e va analizzata caso per caso.

I principi generali da seguire sono semplici:

  • non è la presenza di un dispositivo a limitare la possibilità di fare uno sport, ma la cardiopatia associata al disturbo del ritmo cardiaco o il tipo di Sindrome Aritmica per cui si è trattati con il dispositivo;
  • è comunque necessario evitare attività fisiche che possano mettere a rischio la integrità degli elettrocateteri , che sono la parte più importante e più esposta a traumatismi di tutto il sistema;
  • per trarre beneficio fisico e piacere ricreativo dalla attività sportiva non è necessario compiere sforzi massimali o competitivi, o esporsi a situazioni pericolose: raggiungere il 75% delle proprie prestazioni massimali ha un ottimo effetto per la salute;
  • prima di riprendere una attività fisica o sportiva, discutere con il cardiologo ed il medico di famiglia il tipo di attività che si desidera intraprendere, le modalità di allenamento, ed il risultato finale che ci si può prefiggere.
Quando si può riprendere l’attività fisica dopo l’impianto di un pacemaker o di un ICD ?

Nelle prime 4 settimane è consigliabile limitarsi a lunghe passeggiate per evitare il rischio di dislocazione degli elettrocateteri. In questo periodo evitare movimenti del braccio sopra il livello della spalla. A partire dalla 4a settimana è possibile riprendere a usare la bicicletta o altri sports aerobici.
E dopo la sostituzione del dispositivo ?
In questo casi si può riprendere la attività nei giorni immediatamente seguenti, purchè non vi siano restrizioni imposte dal tipo di chirurgia (esempio: posizione sottomuscolare, che causa un discreto dolore a spalla e braccio).

Quali attività sono sconsigliate ? 

Alcune attività sportive sono fortemente sconsigliabili per la possibilità di danno agli elettrocateteri dovuto alla contrazione dei muscoli della spalla e del braccio dal lato dell’impianto. Questi sono facilmente identificabili in base al tipo di gesto atletico: tennis, squash, sci da fondo, nuoto stile libero o dorso, boxe, arti marziali, lotta, volley, basket , baseball, body building, canottaggio….

Quali attività preferire?

In generale quelle che non richiedono grossi sforzi con la muscolatura di spalla e braccio dal lato dell’impianto: passeggiate, trekking, corsa, bicicletta,tennis da tavolo…

A cosa porre attenzione 

Pacemaker: chiedere al medico una programmazione adeguata alla attività sportiva che si intende compiere, in modo da potere raggiungere una frequenza cardiaca proporzionale allo sforzo. Infatti, la portata cardiaca aumenta con lo sforzo principalmente per effetto dell’aumento della frequenza cardiaca. Ciò è fondamentale perchè la programmazione default della frequenza massima è 130bpm, che è adeguata per gli ultrasettantenni, mentre per soggetti più giovani o molto attivi senza malattie cardiache importanti sarebbe ideale raggiungere 150-160bpm. I giovani con blocco atrio-ventricolare congenito senza alcuna cardiopatia potrebbero anche raggiungere i 170bpm. La frequenza minima deve essere programmata intorno a 40-50 bpm in modo da consentire il fisiologico abbassamento della frequenza a riposo che si acquisisce con l’allenamento.

ICD: evitare di raggiungere una frequenza cardiaca molto elevata, perché potrebbe essere interpretata dall’ICD come un’ aritmia ventricolare ed essere trattata in maniera inappropriata con conseguenze spiacevoli. Il dispositivo possiede criteri che gli consentono di discriminare il ritmo normale rapido e le aritmie sopraventricolari non pericolose dalle aritmie ventricolari. E’ necessario che gli algoritmi siano attivi e programmati al meglio per ottenere una elevata capacità di discriminare le aritmie, tuttavia il rischio di ricevere trattamenti inappropriati è 5-10 persone su 100 nonostante una programmazione accurata .
Il consiglio pratico per soggetti giovani che desiderino fare attività fisiche impegnative è chiedere al proprio cardiologo quale sia la frequenza massima raggiungibile in base alla programmazione del dispositivo ed alla performance degli algoritmi di discriminazione.