Tachiaritmie

Si definiscono così i disturbi del ritmo per eccesso dell’attività elettrica cardiaca. Tali entità hanno in comune un ritmo cardiaco estremamente rapido detto Tachicardia (dal greco ταχύς= veloce e καρδία=cuore).

Le Tachiaritmie possono insorgere sia negli Atri che nei Ventricoli. Le prime sono dette Tachiaritmie Atriali, le seconde Tachiaritmie Ventricolari. Alcune Tachiaritmie si generano per rientro di singoli battiti prematuri tra atrio e ventricolo: sono dette Tachicardie Reciprocanti.
Le tachiaritmie Ventricolari sono clinicamente più pericolose delle Atriali e delle Reciprocanti, tuttavia anche le seconde possono causare sintomi gravi e una notevole limitazione della qualità di vita. La maggior parte delle aritmie reciprocanti ed il flutter atriale vengono curate grazie all’ablazione trans-catetere. La Fibrillazione Atriale è l’aritmia Atriale clinicamente più importante sia perché è una delle più importanti causa di incidenti cerebrovascolari ischemici, sia perchè può causare scompenso cardiaco, sia perchè può causare eventi avversi (erogazione inappropriata di terapie elettriche, mancato trattamento di aritmie ventricolari) ai portatori di Defibrillatore Impiantabile. La Fibrillazione Atriale (FA) si verifica in circa il 30% dei portatori di Pacemaker (PM) e di Defibrillatore (ICD).

Le Tachiaritmie Ventricolari sono ritmi cardiaci che originano nei ventricoli,con una frequenza superiore a quella del Nodo del Seno (vedi Ritmo Normale). Sono clinicamente importanti quando durano abbastanza da causare sintomi seri: svenimento, capogiro, affanno di respiro, scompenso cardiaco, dolore toracico.

Possono essere distinte in:

Tachicardia Ventricolare Monomorfa.

Ha un ritmo regolare ripetitivo e mantiene lo stesso aspetto morfologico nel tempo. Ha una frequenza variabile da 110 a 250 bpm, e determina un calo della portata cardiaca e della pressione variabile secondo la malattia cardiaca cui si associa e la frequenza.

Tachicardia Ventricolare Polimorfa

ha un ritmo variabile per frequenza ed aspetto morfologico.

Fibrillazione Ventricolare

E’ spesso la trasformazione di una Tachicardia Ventricolare Polimorfa e più raramente di una Monomorfa, a seguito della depressione della attività cardiaca che queste aritmie causano.

La caratteristica comune delle Tachiaritmie Ventricolari è il rischio di determinare, nella più sfortunata delle situazioni, un arresto cardiaco. Queste Aritmie possono manifestarsi nel contesto di malattie completamente diverse tra loro, e anche in assenza di una malattia strutturale del muscolo cardiaco,come ad esempio le malattie dei canali ionici, o per l’effetto di particolari sostanze o farmaci necessari alla cura di altre malattie. Ciò implica una probabilità di ricorrenza di accessi aritmici assolutamente diversa. Per tale motivo le strategie di prevenzione dell’arresto cardiaco e della morte improvvisa sono specifiche per ogni persona, e non possono essere generalizzate.

In linea generale, esistono provvedimenti volti a prevenire le manifestazioni aritmiche in soggetti considerati a rischio perché sia nota la diagnosi di una cardiopatia o di una malattia specifica, e interventi terapeutici volti a minimizzare il rischio di recidiva aritmica in soggetti che siano già stati colpiti da aritmie ventricolari.

Da ultimo, il trattamento con un Defibrillatore Impiantabile (ICD) rappresenta la strategia di scelta per i pazienti nei quali altre terapie abbiano fallito o le caratteristiche del soggetto pongano un rischio morte improvvisa tale da sconsigliare altre strategie di prevenzione o terapeutiche.

PERCHE’ SI IMPIANTA UN DEFIBRILLATORE (ICD) ?

  • Per prevenire eventi gravi nelle persone che hanno già avuto aritmie Ventricolari gravi e sintomatiche per svenimento o arresto cardiaco (Tachicardia Ventricolare e Fibrillazione Ventricolare) senza una causa scatenante correggibile (come la fase acuta di un infarto del miocardio o di una miocardite). Usualmente queste aritmie si generano come conseguenza tardiva della malattia coronarica (uno o più infarti), o come conseguenza di una malattia specifica del muscolo cardiaco (la “CardioMiopatie”), o come espressione di malattie esclusive dei canali che conducono la corrente elettrica nelle cellule cardiache (QT lungo, Sindrome di Brugada, QT corto, altre malattie di specifiche proteine cardiache), o molto raramente in associazione a specifiche malattie Neuromuscolari.
  • Per prevenire eventi gravi nelle persone che sono a rischio delle aritmie summenzionate perché hanno le stesse patologie sopradescritte, e che, pur non avendo ancora avuto aritmie minacciose per la vita, hanno caratteristiche cliniche particolari che li identificano come a rischio di tali eventi. Sono compresi tra questi i soggetti con scompenso cardiaco e riduzione marcata della contrattilità del ventricolo sinistro.